venerdì 24 ottobre 2008

9.2 Il rapporto fra brahman e mondo

Se il brahman è unico, qual è lo status del mondo? Secondo alcuni vedāntin (in particolare Gauḍapada, maestro del maestro di Śaṅkara), esso semplicemente non è, essendo sola illusione, come un sogno. Śaṅkara presenta una teoria più complessa e adopra in merito la similitudine di un riflesso in uno specchio. Il riflesso non è reale,poiché solo l'oggetto lo è,ma non è nemmeno completamente falso e irreale come per esempio un unicorno (l'esempio indiano è quello di un fiore nel cielo). Pure usata è la metafora di corda e serpente. Questo è un esempio spesso citato di conoscenza erronea e allude al caso in cui qualcuno scambi una corda per un serpente e se ne spaventi. Similmente,il mondo molteplice e diversificato non esiste realmente, non ostante noi reagiamo a esso (ovviamente sorge così il problema di come definire quanto è doppiamente illusorio, per esempio, all'interno della nostra realtà già illusoria, un'illusione, ma per questo si veda poco sotto).
La molteplicità sarebbe così solo il risultato di un'erronea sovraimposizione sull'unico brahman. Rispetto alla rappresentazione sāṅkhya di un'unica prakṛti che dà luogo a tutti i successivi ventitré principi,il brahman resta unico e non evolve realmente. Non c'è alcuna trasformazione reale del brahman nel mondo,ma solo un'illusoria trasformazione (vivarta). Poiché però il mondo appare ai nostri sensi come diversificato, ne consegue la distinzione fra diversi livelli, solo l'ultimo dei quali si rivela essere,in ultima analisi,reale:
•livello apparente, quello assolutamente falso di illusioni, sogni, miraggi e
simili
•livello mondano,quello della nostra esperienza ordinaria
•livello supremo,quello dell'unico brahman

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