mercoledì 22 ottobre 2008

6 prakṛti nel Sāṅkhya

Il Sāṅkhya è probabilmente il più antico fra i sistemi filosofici indiani. Elementi di Sāṅkhya si trovano già nelle Upaniṣad più antiche, e un sistema già definibile come “Sāṅkhya” è esposto nel Mahābhārata. La scuola viene poi sistematizzata successivamente (ed è a questo livello che faremo riferimento qui), ma elementi di filosofia sāṅkhya restano inoltre in gran parte dei sistemi indiani, dallo Yoga (che si basa completamente sulle Sāṅkhyakārikā) al Vedānta e alle scuole scivaite (per cui rimando alla quarta lezione).
Tornando al Sāṅkhya come sistematizzato in testi che si occupino direttamente di filosofia, abbiamo accennato a come ogni scuola assuma come proprio fondamento un testo aforistico, che poi le generazioni successive di appartenenti alla scuola commentano. Il testo base del Sāṅkhya si chiama Sāṅkhyakārikā (“Le Strofe del Sāṅkhya”, di Īśvarakṛṣṇa, d'ora in poi SK) e il suo principale commento, la Yuktidīpikā (“La lampada del ragionamento”, di Rajana Gopalaka)contiene in sé sia il livello vārttika (commenti in frasi brevissime e sintetiche, quasi aforismi essi stessi e non sempre di facile comprensione) sia quello bhāṣya (commento esteso).
Anche all'interno del Sāṅkhya esistono varie correnti, quanto segue verrà esposto a partire dal punto di vista delle Sāṅkhyakārikā, così come interpretate dalla Yuktidīpikā. Il doppio riferimento è necessario perché gli aforismi fondanti delle varie scuole sono spesso estremamente oscuri senza un commento che ne orienta quindi decisamente l'interpretazione.

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