venerdì 24 ottobre 2008

8.3 Le sostanze nel Vaiśeṣika

Le sostanze sono poi dette essere nove:
•terra
•acqua
•fuoco
•aria
•etere
•tempo
•spazio
•sé (ātman)
•mente

Le prime quattro esistono sotto forma di atomi eterni e di aggregati impermanenti. L'etere non è direttamente percepito, bensì inferito in quanto sostrato della qualità suono,giacché ogni qualità deve necessariamente avere un sostrato (altre scuole risolveranno il problema sostenendo che il suono sia una sostanza,ma questo causa altre difficoltà,fra cui quella di come il suono-sostanza possa esser colto dall'organo uditivo, oltre all'asimmetria rispetto a gusto, odore, colore e qualità tattili). Dal momento che il suono può sorgere ed essere percepito dovunque, l'etere è pensato come unico e onnipervadente. Esso è quindi unico, onnipervadente ed eterno, come tempo, spazio e sé (ātman). Isé sono infatti ristretti a un corpo individuale, nel Vaiśeṣika classico,solo perché il loro tramite conoscitivo,manas, a sua volta eterno,ma atomico,è connesso a un singolo corpo. È però ipotizzabile che nel Vaiśeṣika preclassico l'ātman avesse un'estensione limitata al corpo e ne costituisse perciò il principio animatore responsabile di ogni attività fisica.
Così dicendo abbiamo alluso all'esistenza di due sottogruppi:
•terra,acqua,fuoco,aria,mente
•etere,tempo,spazio,sé
Il primo comprende sostanze atomiche e in grado di muoversi (in cui cioè può inerire un'azione –ciò non significa che esse siano di per sé in grado di muoversi volontariamente). Il secondo comprende invece sostanze in cui non può inerire alcuna azione. Esse sono infatti già onnipervadenti e non possono quindi agire giacché ogni azione prevede uno spostamento e non è quindi possibile nel caso di sostanze che già pervadono tutto.

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