venerdì 24 ottobre 2008

11 L'approccio istantaneista del Buddhismo

Ilimiti temporali di questo breve corso non ci permettono di approfondire le caratteristiche dell'approccio buddhista al mondo che ci circonda, anche se nella prossima lezione parleremo di come il Buddhismo si rapporti alla natura come da noi intesa,ossia flora,fauna e loro habitat.
Ricordo solo alcuni punti di riferimento interpretativi cui abbiamo già fatto cenno. Le scuole del Buddhismo indiano, abbiamo detto nella prima lezione, condividono per lo più con l'Advaita Vedānta un approccio “illusionistico”. A differenza di questo, però,
l'illusione non è oggettivizzata, ossia proiettata al di fuori del soggetto conoscente, in una māyā che ci riguarda tutti allo stesso modo. Al contrario, l'illusorietà del mondo è per molte scuole buddhiste strettamente legata all'intervento del soggetto. Con “soggetto” non intendo riferirmi agli aspetti personali e privati di ciascuno di noi, bensì in primo luogo al nostro essere soggetti conoscenti. In tal senso, potremmo azzardare che molte scuole buddhiste abbracciano l'approccio epistemologico del Nyāya, per cui al centro è il soggetto conoscente e il mondo assume importanza solo in quanto è conosciuto, senza
però l'aderenza al realismo tipica del Nyāya.
Da tutto ciò deriva un ampio spettro di posizioni che va, cronologicamente e logicamente, dalla scuola
•Abhidharma, per cui esiste un mondo realmente esistente, ma a esistere sono i sensibilia (suono, qualità tangibili, colore/forma, gusto e odore) e non le sostanze che indebitamente postuliamo come loro supporto,
alla scuola
•Sautrāntika,per cui tali sensibilia hanno durata solo istantanea,
alle scuole
•Madhyamaka,per cui è impossibile affermare coerentemente l'esistenza di alcunché
e
•Cittamātra (o Yogācāra) per cui esistono solo flussi coscienziali.

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