Prima di introdurre in generale le scuole filosofiche indiane mi permetto un inizio in medias res annunciando alcuni temi trasversali alle riflessioni sulla natura, che approfondiremo man mano e su cui faremo il punto nella seconda parte del corso. premessa 1: reincarnazione e quindi continuità fra mondo umano-divino-animale (e, per alcune scuole, vegetale). Secondo praticamente tutte le scuole indiane, esseri umani, divini, animali sono accomunati dal loro vagabondare per il ciclo senza inizio delle rinascite. Esiste quindi una comunità di fondo contrapposta alla distinzione netta fra uomini e animali tipica della nostra visione giudaicocristiana (per cui solo l'uomo è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio).
premessa 2: concetto di anādi, “senza inizio”, per cui la natura non ha un inizio (o se lo ha, è un inizio ciclico). Il ciclo delle rinascite non ha un inizio, né, sul piano della natura naturata, ha un inizio il mondo. Non esiste cioè un big bang né un
inizio della vita (se non, appunto, un inizio ciclico).
premessa 3: ahiṃsā come dharma comune alle varie scuole. La non violenza è sentita come un valore ovvio per tutte le scuole, anche se è poi diversamente fondata, e si rivolge ugualmente a uomini e animali. Più controverso è lo status delle piante.
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